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L' Ottavario dei Defunti

A cura del prof. Cosmo Tridente.

Come annunciato su questo sito dal priore in carica dell’Arciconfraternita della Morte, dott. Franco Stanzione, dal 2 al 9 novembre sarà tenuto presso la chiesa del Purgatorio il tradizionale ottavario per i defunti. Soprattutto per i tanti lettori di questo sito, bramosi di conoscere le radici delle tradizioni, desidero qui soffermarmi brevemente su questa pia pratica.
L’ottavario per i defunti è un’antica consuetudine che consiste nel suffragare, per otto giorni consecutivi, le anime del Purgatorio con preghiere, con la confessione, con la comunione e opere di carità. Perchè “ottavario”?
L’origine è da attribuire a San Nicola da Tolentino, frate agostiniano vissuto nel XIII secolo. Si dice
una notte si trovava in un convento agostiniano presso Pesaro e mentre dormiva, in sogno sentì una voce che lo chiamava lamentandosi: “Frate Nicola, uomo di Dio, guardami. Sono frate Pellegrino da Osimo che da vivo hai conosciuto. Sono tormentato in questa fiamma. Dio, accettando la mia contrizione, non mi ha condannato alla pena eterna ma per sua misericordia alla pena del Purgatorio. Ti prego dunque umilmente di celebrare la Messa dei defunti per liberarmi da queste fiamme”. Nicola gli rispose: “Ti aiuti, fratello, il mio Salvatore dal cui sangue sei stato salvato; ma io, sono incaricato di celebrare la Messa conventuale, soprattutto domani che è domenica, il cui rito liturgico si deve rispettare, non posso celebrare la Messa dei defunti”. E frate Pellegrino di rimando: “Vieni, venerando padre, vieni e considera se ti sembra conveniente respingere senza pietà l’appello di tanta misera gente che mi ha mandato”. E gli mostrò la pianura verso Pesaro piena di gente. Poi soggiunse: “Abbi pietà, Padre, di una moltitudine tanto misera che aspetta il tuo aiuto tanto utile. Infatti, se vorrai celebrare per noi, la maggior parte di noi sarà liberata da questi atroci tormenti”. Risvegliatosi, Nicola cominciò a pregare, e poi chiese il permesso al priore di celebrare per tutta la settimana la Messa per le anime del Purgatorio. Trascorsa quella settimana, frate Pellegrino gli apparve di nuovo, ringraziandolo per averlo sottratto dal Purgatorio e riferendogli che gran parte delle persone che aveva visto in sogno nella piana di Pesaro già godevano della gloria di Dio.
Nell’ottavario, la Chiesa raccomanda ai fedeli di pregare il Signore affinchè ascolti la voce di chi invoca clemenza: De profundis clamavi ad te, Domine: Domine exaudi vocem meam, (salmo 129 ) o misericordia: Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam tuam ( salmo 50).
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Antica statua dell' Addolorata
presso la cappella gentilizia dell' Arciconfraternita della Morte
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In passato, l’Arciconfraternita della Morte esternava in suffragio dei defunti una singolare consuetudine: nel pomeriggio del 1° novembre (festa di tutti i Santi) andava in giro per le strade della la città un confratello munito di vestiario dell’Arciconfraternita, seguito da un ragazzino che scuoteva in continuazione un campanello per richiamare l’attenzione della gente. Il confratello chiedeva le oblazioni per l’anima dei morti. L’eco di quel campanello destava un certo senso di angoscia e tristezza nell’animo dei molfettesi, perché annunciava il sopraggiungere di un giorno diverso dagli altri, ossia quello della commemorazione dei defunti. Tale consuetudine fu soppressa nel 1968 durante il priorato di Saverio Minervini.
Concludo queste note, sperando che altri, come me, siano stati appagati nel desiderio di capire, giusta un verso di Virgilio (Georgiche, II, 489): Felix qui potuit rerum cognoscere causas.
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* Testo a cura del prof. Cosmo Tridente.
* Foto proveniente dall' archivio privato del dott. Francesco Stanzione.

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